31 gennaio 2009

Fermiamoci per un turno...

Sta prendendo sempre più piede, tra il variegato popolo della "Sinistra" italiana, l'ipotesi di una scelta di alto profilo politico in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo: quella di non presentarsi alla competizione elettorale.
Aldilà della valida osservazione che tale gesto costituirebbe un "piacere" al partito democratico di Veltroni, molte sono le argomentazioni a favore di una tale scelta.
Intanto c'è da fugare ogni possibile dubbio in relazione al PD: è un partito che è nato morto! L'arroganza dell'autosufficienza veltroniana non lo porterà da nessuna parte: il PD non sarà mai maggioranza assoluta nel Paese; né tantomeno saprà sopravvivere stando all'opposizione, perchè per sua natura è un partito di potere e non antagonista (o alternativo) al centrodestra.
Fatta questa doverosa premessa, e venendo agli argomenti tutti interni alla Sinistra, c'è da osservare che la soglia del 4% costituisce un ostacolo pressocchè invalicabile per le formazioni che oggi sono a sinistra del PD. Solo un'aggregazione molto vasta di tutta la galassia di partitini oggi esistenti (Rifondazione compresa, essendo diventata anch'essa partitino...) potrebbe sperare di staccare il biglietto per Bruxelles.
Ma che senso avrebbe, oggi, un'alleanza esclusivamente elettorale? Quale beneficio porterebbe alla elaborazione dei motivi profondi di una sconfitta che in Italia sta assumendo dimensioni drammatiche? Quali riflessioni, azioni, impegni stimolerebbe?
Nulla di nulla. Anzi. Rischierebbe di nascondere per ancor lungo tempo l'esigenza, imprescindibile oramai, di avviare quel progetto di "ripartenza dalla base" sociale che tutti a parole auspicano, ma che nessuno sembra volere o potere realmente iniziare.
Allora il fermarsi per un turno potrebbe servire a "tornare alla società", a riscoprire i motivi autentici del nostro "esserci", a rielaborare (e a riabbracciare) i valori che vogliamo rappresentare, le idee che vogliamo affermare, le persone per cui vogliamo combattere.
Per quanto una scelta del genere possa essere molto difficile da prendere per dei "politici di professione" (ma anche in questi tempi di crisi è difficile pensare che i "nostri politici" possano andare in difficoltà economiche saltando una legislatura), crediamo che il "mestiere" del politico non sia solo quello di partecipare alle competizioni elettorali, ma che soprattutto oggi sia quello di ascoltare le esigenze della base che si vuole rappresentare.
E oggi il popolo di sinistra non vuole partecipare ad un'altra competizione elettorale falsata in partenza da veltrusconi, non vuole essere costretto a votare un'armata brancaleone che litiga su tutto, vuole far ripartire un autentico processo di riaggregazione dalla base, un processo culturale e sociale prima ancora che politico o elettoralistico.
Per cui: fermiamoci per un turno e facciamo campagna elettorale per NON votare per le elezioni Europee.
Se poi vogliamo fare qualcosa di coerentemente politico nei confronti del PD di Veltroni, usciamo ORA E SUBITO da tutte le giunte di centrosinistra a qualsiasi livello amministrativo. Sarebbe una seria risposta ad un gruppo dirigente che per salvare 2-3 punti percentuali e la propria poltrona, non esita a fare terra bruciata della storia di un popolo.

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29 gennaio 2009

Sigonella, la "colonia" USA in Italia che spierà l'Europa e il Medio-Oriente

Dici Sigonella e pensi a Craxi, di cui tutto si può (e si deve) dire tranne che non sapesse farsi rispettare, e con lui l'Italia quando ne era tra i massimi rappresentanti.
Nemmeno lui però, purtroppo, è riuscito a restituire Sigonella agli Italiani, e quel pezzo di Sicilia è rimasto una colonia statunitense in Italia. Pazzesco, a pensarci nel Duemila, ma è così... Di italiano a Sigonella (oltre all'auto dei carabinieri) ci sono i nomi delle strade, alcune centinaia di lavoratori e basta. Il resto è targato America: lingua inglese, dollaro come moneta.
Chi sperava in una possibile (e futuribile) demilitarizzazione della zona si metta l'animo in pace. La base americana, infatti, ospiterà il sistema di spionaggio Nato Ags (Alliance Ground Surveillance) (e a tale scopo verrà addirittura ampliata...), deputato a fornire decisive informazioni «prima e durante le operazioni Nato». Sarà «uno strumento chiave per rendere più incisiva la Forza di risposta Nato (Nrf)», in grado di proiettarsi entro cinque giorni «per qualsiasi missione in qualsiasi parte del mondo».
Insomma: una cosa terrificante! Che fa sicuramente gongolare i guerrafondai come il ministro La Russa, ma che dovrebbe preoccupare (e non poco) quanti vorrebbero preservare la nostra povera Patria dal diventare la base logistica delle future azioni di guerra USA nel mondo, più di quanto già non lo siamo (ricordate che siamo pieni di testate nucleari statunitensi?).
L'accordo è stato sottoscritto dal governo Berlusconi nel 2002 e successivamente allargato da Prodi nell'ottobre 2006, a confermare che in materia di servitù militari USA in Italia PDL e PD hanno perfettamente la stessa identica visione: loro i padroni, noi i vassalli (ah, quanta nostalgia di Craxi!).
Non mi pare di aver sentito un politico uno (nè parlamentare nè "extra-parlamentare") indignarsi per tutto ciò, eppure a me non pare cosa di poco conto.
L'era Obama non comincia sotto i migliori auspici per quel che ci riguarda...

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15 gennaio 2009

Bombe al fosforo sull'ONU

Le menti criminali che da decenni oramai tengono le fila delle sorti dello stato di Israele hanno deciso di alzare il livello di "pulizia" nella striscia di Gaza.
Dopo aver massacrato centinaia di civili (in buona parte bambini inermi) e raso al suolo la quasi totalità degli ospedali, hanno deciso di disfarsi di quegli insetti fastidiosi che gironzolano allegramente tra le bombe sotto le insegne dell'ONU e della Stampa Internazionale.
A tale scopo hanno ritenuto fosse cosa buona e giusta bombardare con il fosforo bianco un palazzo che ospitava degli organismi delle Nazioni Unite e degli uffici della Reuters e di altre agenzie di stampa. Il fosforo, si sa, è un ottimo disinfettante...
Che la stampa (più o meno libera e indipendente) fosse nel mirino di Israele lo sapevamo già. Lo prova il fatto che il giornalista (e pacifista) Vittorio Arrigoni sia stato indicato come bersaglio numero uno per le forze armate israeliane.
Ora che anche l'ONU è stata esplicitamente indicata come "obiettivo" delle bombe israeliane il cerchio si chiude...
Cosa c'entri tutto questo con il diritto di uno stato di difendere la propria integrità è ben difficile capirlo.
Sembrano comprenderlo (ma non riescono a spiegarlo agli altri) solo gli ectoplasmi che in Italia si spacciano per politici (dell'una e dell'altra parte), con la lodevole eccezione dell'on. D'Alema, tra le poche voci (se non l'unica) che si sono levate a difesa della popolazione palestinese.
Frattini sostiene addirittura che non si possono fare i conti sui morti: due morti tra i soldati israeliani contro le centinaia di civili (e bambini) palestinesi "bruciati" dal piombo fuso valgono alla stessa maniera sulla bilancia di un conflitto. Se fosse Luttwak a fare una affermazione così stupida potremmo addirittura comprenderlo.
Il problema è che Frattini è il nostro ministro degli Esteri...

07 gennaio 2009

Perchè i calciatori usano i piedi?

Perchè quando tentano di usare la testa, per pensare (forse) e poi parlare, di solito combinano disastri.
L'ultima perla in ordine cronologico ce la regala Fabio Cannavaro, che parlando di Gomorra dichiara (tomo tomo cacchio cacchio, direbbe un suo illustre conterraneo...) "non penso che gioverà all'immagine dell'Italia [...] Facile che un problema locale venga generalizzato".
Ora, posto di escludere a priori che il calciatore abbia amicizie in ambito malavitoso, rimane difficile capire il senso di queste affermazioni se non, appunto, dover sostenere che di un calciatore aldilà dei piedi resta ben poco...
Qualcuno tra i suoi conoscenti/amici/affini si preoccupi se non altro di informarlo che la malavita organizzata, in Italia, ben lungi dall'essere un "problema locale" è un cancro che oramai ha metastasi ben radicate in tutto il territorio nazionale. Se Cannavaro (e non solo lui) riuscisse a capire almeno questo, sarebbe già un piccolo passo in avanti nella giusta direzione.
Non ci azzardiamo a chiedere che un calciatore di tale "spessore" NON sia più il capitano di una nazionale: da un Commissario tecnico che afferma che nel mondo del calcio "non esistono i gay" non possiamo aspettarci questo miracolo...
Pazienza, tiferemo per l'Irlanda di Trapattoni.